Nato nel 1947 per festeggiare, oltre ai santi patroni San Michele e Santa Gregoria, anche la fine della seconda guerra mondiale, il Palio di Cameri è molto più di una corsa degli asini, è un vero e proprio tuffo nel passato e un momento importante per riportare alla luce le radici del paese. Nel 1947 Cameri viveva di agricoltura e gli asini erano i compagni di lavoro dell’uomo. Tra di loro c’era uno stretto legame, così come oggi è molto forte il legame tra asini e fantini, che durante il Palio si sfidano in un’originale gara di velocità lungo le vie del centro (nel 2023 alle porte del paese, in modo da far correre gli asini su un percorso sterrato).
Come nacque il Palio degli Asini di Cameri?
Nel 1947 nacque l’idea di arricchire la Festa Patronale di Cameri con qualcosa di nuovo per festeggiare, oltre ai santi patroni, anche la fine della guerra. E fu così che in fretta e furia venne organizzata una corsa degli asini, animali che nella società contadina del tempo erano molto diffusi. Alla prima edizione del Palio di Cameri parteciparono sei fantini e il vincitore si aggiudicò come premio… un’anatra! Nella versione attuale del Palio (nella foto), i fantini sono dodici (tre per ognuno dei quattro rioni) e il vincitore si aggiudica come premio un quadro dipinto per l’occasione da un pittore locale.
Ma cosa significa oggi essere un fantino e come si può descrivere il magico legame che si crea con il proprio asino? Scopriamolo insieme nelle parole di Marco Bovio, fantino da oltre trent’anni per il rione Pantera, che ha riportato (finora) tre vittorie.
Asini e fantini al Palio di Cameri ieri e oggi
Nella società contadina di un tempo, gli asini erano molto diffusi perché rappresentavano per l’uomo un notevole aiuto. A seconda delle necessità, davano il loro supporto come animali da sella, da soma o da tiro, e rispetto ai cavalli avevano bisogno di meno fieno. Nelle prime edizioni del Palio, i fantini erano uomini abituati a lavorare nei campi con gli asini e in occasione del Palio si improvvisavano fantini. Spesso capitava anche che si reclutassero i fantini all’ultimo momento, addirittura qualche ora prima della gara.
Oggi non ci si improvvisa più fantini, ma chi vuole partecipare al Palio si allena con il proprio asino, si fanno passeggiate in campagna e corse al trotto, si prova il percorso… e ci sono anche fantini che si mettono a dieta per alleggerire il carico dell’asino! Generalmente il periodo di allenamento inizia in primavera e termina in autunno, mentre l’inverno è dedicato al riposo. Oggi a Cameri gli asini non vengono più impiegati per il lavoro nei campi ma si dedicano esclusivamente… a fare gli atleti!
Asini e fantini nella giornata del Palio
Per asini e fantini, il Palio non è una semplice gara ma è il culmine di un percorso fatto insieme, durante il quale si è creato uno stretto legame ed è nata una forte intesa, tanto che se prima della partenza i fantini si scambiassero gli asini, l’esito della gara sarebbe assai diverso. Durante l’allenamento, asini e fantini imparano a conoscersi e a capirsi reciprocamente, e i fantini sanno bene che se “forzano troppo la mano”, ottengono dagli asini il risultato contrario.
Il giorno del Palio, nel pomeriggio, asini e fantini arrivano in piazza con le rispettive divise: i fantini nella divisa del proprio rione (con i pantaloni rigorosamente di velluto per fare più presa, non essendoci la sella) e gli asini… con il pelo spazzolato e le ferrature rimesse a nuovo. Ad aspettarli vicino al Comune c’è un gruppetto di veterinari, che visiterà gli animali prima e dopo la gara. E poi ecco la prima grande emozione: l’uscita sulla piazza e l’incontro con il pubblico.
Quando asini e fantini riescono ad allinearsi davanti al canapo, ecco la seconda grande emozione: la trepidazione della gara e i tre giri del centro storico in velocità per arrivare primi. E se si arriva primi… ecco la terza grande emozione: la gioia della vittoria, che regalerà al fantino l’acclamazione del pubblico (e ancora di più quella del proprio rione) e all’asino… una vera prelibatezza: mele e carote!
Come si diventa fantini?
Come mi ha raccontato Marco Bovio, che ha debuttato da fantino oltre trent’anni fa, tutti (o quasi tutti…) possono indossare le vesti da fantino. Ci sono però alcune condizioni indispensabili, che in un fantino non possono davvero mancare: la passione per gli asini, il rispetto della loro natura e dei loro tempi, la volontà di trascorrere molto tempo con loro per conoscersi, allenarsi, divertirsi insieme… ed entrare in sintonia.
Un’altra condizione necessaria per chi vuole gareggiare nel Palio degli Asini è quella di risiedere a Cameri, anche se non necessariamente nel rione per il quale si gareggia. Magari qualcuno si chiederà: anche le donne possono diventare fantini? Certo!
Un doppio grazie
Un grande grazie a Stefano Strazzacappa, dalle cui foto trapela sia la trepidazione della gara sia l’affiatamento tra asino e fantino. E un grazie altrettanto grande a Marco Bovio (che compare nella foto in alto con il suo compagno di corse Paperino) per avermi raccontato lo straordinario mondo di asini e fantini.
Vuoi saperne di più?
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi saperne di più, ti invito a leggere Il Palio degli Asini di Cameri e Il Palio degli Asini di Cameri e i suoi rioni. Buona lettura!